22 Giu Guida ai Cibi Fermentati: Proprietà, Caratteristiche e le Migliori Ricette
I cibi fermentati sono uno dei prodotti culinari più antichi ed apprezzati, tra i più grandi classici della cucina Occidentale—basti pensare al vino o ai sauerkraut — ed in particolare di quella Orientale, dove alimenti fermentati di diversa natura sono alla base delle varie cucine nazionali, come nel caso del koji che incarna la millenaria tradizione culinaria asiatica, o il kimchi, il piatto nazionale coreano e lo stinky tofu, snack della cultura cinese. Nata come tecnica di conservazione, la fermentazione è ormai una pratica culinaria diffusa, che conferisce un gusto particolare ai cibi ed un importante apporto di nutrienti per il nostro organismo. Scopriamo insieme in cosa consiste la fermentazione degli alimenti, i diversi tipi di fermentazione possibili e quali sono i cibi fermentati, con un elenco delle migliori ricette internazionali e italiane ed alcune indicazioni per imparare come fare cibi fermentati in casa.
Che Cosa Sono i Cibi Fermentati?
I cibi fermentati sono prodotti alimentari derivati dalla fermentazione, un processo biochimico svolto da lieviti e batteri, o più generalmente da microrganismi, che colonizzano il prodotto di partenza, liberano l’energia contenuta negli zuccheri o amminoacidi dello stesso per poterla utilizzare, e lo trasformano in un alimento molto più ricco a livello nutrizionale grazie alla sintesi e aumento della biodisponibilità in vitamine, minerali, e altri micronutrienti che diventano così disponibili per l’organismo.
Le fermentazioni possono avvenire in diversi modi: in alcuni casi, come ad esempio nella lattofermentazione, possiamo avere cibi fermentati naturalmente. In questo caso i batteri che innescano il processo sono quelli già naturalmente presenti sulla superficie dell’alimento, mentre in altri casi è necessario aggiungere uno ‘starter’, normalmente chiamato ‘madre’ o ‘fungo’, una coltura di batteri che avvii la fermentazione. Diversi microrganismi innescano diverse fermentazioni: ad esempio la fermentazione del latte in yogurt, il cibo fermentato per eccellenza, si ottiene dalla azione congiunta di Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophilus, mentre il kefir, bevanda di origine russa tra i cibi fermentati più ricchi di fermenti lattici, viene ottenuto da una fermentazione del latte attraverso i granuli di chefir, una colonia simbiotica di batteri e lieviti.
Il termine fermentazione deriva dal latino fervere, da cui prende il nome il nostro shop di kombucha online, che significa ‘ribollire’, in riferimento alla fermentazione del vino. Le prime spiegazioni scientifiche sui processi di fermentazione risalgono al 1800, quando Louis Pasteur attribuì la fermentazione a organismi che indicò appunto come ‘fermenti’, contenuti nei lieviti, ed osservò che la fermentazione degli zuccheri produceva, a seconda dei microrganismi che la svolgono, alcol etilico, acido lattico, acido butirrico e così via. In realtà la fermentazione è una pratica antichissima, che in origine era utilizzata per la conservazione ottimale dei cibi, o addirittura, come nel caso della birra, per purificare l’acqua attraverso i batteri.
Cibi Fermentati: Quali Sono?
In questo articolo esploreremo le principali proprietà dei più importanti e famosi cibi fermentati, spiegandone i benefici, la preparazione e i migliori modi per consumarli. Nell’elenco dei cibi fermentati più noti e consumati troviamo:
- Yogurt
- Kefir
- Kombucha
- Olive fermentate
- Crauti
- Verdure fermentate
- Miso
- Birra
- Garum
Yogurt
Si tratta forse del più noto prodotto fermentato: si ottiene dalla fermentazione del latte grazie all’azione di due batteri, il Lactobacillus bulgaricus e lo Streptococcus thermophilus che agiscono sui livelli di acidità del latte e ne provocano la coagulazione. Lo yogurt è spesso considerato un alimento salutare per la salute del nostro intestino e può essere impiegato in moltissime ricette.
Kefir
Il Kefir è un prodotto fermentato tipico dei paesi del Caucaso, e viene ottenuto a partire da una base di acqua (per il kefir d’acqua) o latte cui si aggiungono i grani di kefir, batteri e lieviti. Viene impiegato come bevanda, o utilizzato in diverse preparazioni, ed ha una funzione importante per la flora batterica.
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Kombucha
Il kombucha è una bevanda fermentata a base di tè zuccherato, cui si aggiunge una ‘madre’ detta SCOBY, una coltura di lieviti e batteri che innescano il processo di fermentazione. Ha origini antichissime ed è considerato un ‘elisir di lunga vita’ proprio per le proprietà benefiche addotte dalla fermentazione.
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Olive Fermentate
La fermentazione delle olive è una pratica di conservazione delle olive molto diffusa, e la si ottiene attraverso l’introduzione di diversi tipi di batteri, lieviti e lattobacilli a seconda del tipo di fermentazione scelta. La tradizione della fermentazione delle olive è molto forte nei paesi del Mediterraneo, dove si sceglie la coltura di batteri da impiegare in base alla tipologia di olive, alle sue proprietà organolettiche, alla consistenza e al gusto.
Crauti
La fermentazione dei crauti, o cavolo, ha una tradizione molto antica diffusa prima in Cina e poi in Europa, specialmente in Germania, e veniva spesso eseguita in casa. Il processo avviene tramite la trasformazione del glucosio in acido lattico e anidride carbonica da parte di alcuni microrganismi.
Verdure Fermentate
Le verdure fermentate possono essere preparate in casa, in barattolo, tramite l’azione dei microrganismi e batteri già presenti sulla superficie degli ortaggi. La fermentazione può essere una lattofermentazione, ottenuta immergendo le verdure in una soluzione di siero di latte e sale, ed effettuata su moltissime varietà di ortaggi e foglie.
- Se vuoi avvicinarti al mondo delle verdure fermentate ti consigliamo di partire con la preparazione delle carote fermentate, tra le più facili da preparare e dal sapore che più si avvicina a quello delle verdure fresche, rendendolo invitante anche agli occhi dei più piccoli.
Miso
Il miso è un condimento tipico della cucina dell’estremo Oriente, molto diffuso in Gappone, Cina e Corea. Deriva dai semi di soia gialla ed è molto ricco di proteine, vitamine e minerali. Spesso vi si uniscono orzo, riso o miglio ed è per questo considerato un importante apporto di nutrienti.
- Il miso è ricco di proteine ed enzimi vitali
Birra
La birra è probabilmente il più famoso prodotto fermentato, una bevanda alcolica dalle origini antichissime ottenuta dalla fermentazione del malto d’orzo, che viene aromatizzata e amaricata dal luppolo. Si ritiene sia stata tra le prime bevande ad essere prodotta dall’uomo. Abbiamo realizzato una guida completa di tutte le indicazioni che ti spiega come fare la birra a casa in maniera facile, dagli un’occhiata!
I cibi fermentati sono diversi, e nei prossimi paragrafi ne esploreremo più in dettaglio la varietà nelle loro più grandi categorie, oltre che provenienza geografica. Indipendentemente dal tipo di fermentazione, e dalla tipologia di alimento, tutti i cibi fermentati apportano benefici al nostro corpo ed in particolare alla flora batterica: vediamo nel dettaglio le principali proprietà dei prodotti fermentati.
Benefici dei Cibi Fermentati
I cibi fermentati presentano benefici estremamente importanti per il nostro organismo ed in particolar modo per il nostro intestino. Gli alimenti fermentati offrono infatti all’ intestino un fondamentale apporto di batteri probiotici che aumentano le nostre colonie intestinali, le quali a loro volta producono sostanze benefiche e nutrienti importanti che vengono assorbiti dalle cellule del corpo. Non soltanto: un cibo fermentato è anche molto più digeribile, ne è esempio l’aglio nero, molto più delicato rispetto al normale aglio bianco. Si tende infatti a considerare i cibi fermentati come alimenti ‘predigeriti’, pertanto più facilmente assimilabili dal nostro organismo.
Nel nostro intestino vi è infatti una presenza preponderante di batteri che svolgono un’azione metabolica molto simile a quella che i batteri attuano nei cibi durante i processi di fermentazione. Quando il cibo si ferma più a lungo nello stomaco viene attaccato da questi batteri, e sostanze come i carboidrati e amidi vanno incontro alla fermentazione intestinale che produce acido acetico, anidride carbonica e alcool etilico, che spesso possono causare gonfiori addominali.
Un cibo fermentato è invece molto più digeribile, come dimostrato dai cibi lievitati: un pane lievitato per 48 ore è più digeribile di un pane lievitato per 6 ore, poiché in questa differenza di tempo i batteri avranno reso le molecole, come ad esempio il glucosio, molto più semplici. Lo stesso processo avviene nella fermentazione dello yogurt, in cui le molecole di lattosio, uno uno zucchero, o più precisamente, un disaccaride, vengono ‘digerite’ dai batteri che colonizzano il latte e che lo fermentano, scindendo il lattosio nei suoi componenti base (glucosio e galattosio) che sono utilizzati a livello energetico e che a loro volta danno acido lattico, e le proteine del latte come la caseina in molecole più semplici, dunque più facilmente digeribili. È infatti comune che soggetti intolleranti al lattosio possano consumare prodotti come yogurt o formaggi molto stagionati.
Alimenti Fermentati: Probiotici o Prebiotici?
I cibi fermentati sono importanti per la sintesi di vitamine e altre sostanze, come la vitamina B12 o l’acido folico, presenti negli alimenti fermentati in maniera molto più significativa rispetto all’alimento di partenza (si è dimostrato, ad esempio, che i crauti contengono molta vitamina C, che invece non ritroviamo nella verza cruda), ma sono in particolar modo fondamentali poiché aggiungono alla nostra flora batterica, permettendo il rafforzamento del sistema immunitario e aiutando nei processi di scissione delle molecole in sostanze più semplici e più processabili dal nostro corpo.
Sono definiti alimenti probiotici fermentati, poiché appunto ricchi di probiotici, i batteri ‘buoni’, microrganismi vivi che rafforzano la nostra flora batterica e la funzionalità del microbiota intestinale, aumentano le difese immunitarie, favoriscono la digestione ed equilibrano il pH dell’intestino. Tra i probiotici più conosciuti troviamo i lactobacilli e i bifido-batteri.
Sono in molti a riferirsi ai cibi fermentati come ad alimenti dalle proprietà prebiotiche: in realtà i prebiotici sono sostanze contenute in natura in alcuni alimenti, come verdure e frutta; prodotti né cotti, né ‘digeriti’ che sono funzionali ai processi di fermentazione gastrica e permettono la crescita nel colon di specie batteriche utili allo sviluppo della microflora. Dunque un prebiotico è un nutriente per la nostra esistente colonia batterica, mentre un probiotico contiene già i batteri ‘buoni’, amici del nostro organismo.
La capacità probiotica di un alimento fermentato sparisce nel momento in cui viene cotto. Questo significa che il pane, che talvolta viene classificato tra gli alimenti probiotici e fermentati, risponderà a queste caratteristiche solo quando avrà avuto una lievitazione di almeno 24 ore e quando la pagnotta sarà abbastanza grande (almeno 1 kg) da non permettere al calore della cottura di arrivare completamente all’interno e di lasciare in vita i batteri e lieviti che danno il la alla lievitazione, che continueranno a lavorare all’interno del forno, fermentando il pane.
Cibi Fermentati, Microbiota e Flora Batterica
Il nostro intestino ospita una popolazione di microrganismi foltissima, chiamata microbiota. Questa collabora con il nostro organismo per mantenerci in salute: è quindi fondamentale avere un microbiota equilibrato e nutrirlo con gli alimenti corretti, poiché questa popolazione può essere intaccata e scatenare dismicrobismo, problemi gastrointestinali ed altre sintomatologie.
Una buona flora batterica permette la digestione corretta, ed è dunque importante nutrirla con alimenti probiotici che possano colonizzare il nostro intestino e produrre sostanze utili per il benessere del microbiota. In generale, un effetto importante è ottenuto quando si integrano batteri già esistenti nel nostro microbiota, poiché riusciranno a sopravvivere più a lungo, tuttavia anche altri tipi di batteri possono sopravvivervi abbastanza da contribuire alla produzione di sostanze utili al nostro corpo.
Ma in cosa consiste esattamente la fermentazione, e quali sono i cibi fermentati più importanti? Scopriamo insieme come fare cibi fermentati in casa, i diversi tipi di fermentazione, e le varietà di prodotti fermentati più consumate nelle varie parti del mondo, dall’Italia alla Corea.
Fermentazione Lattica e Fermenti Lattici Vivi
Molti non sanno che esistono diversi tipi di fermentazione, caratterizzate dal tipo di microrganismi che attuano la trasformazione e dalle condizioni in cui essa avviene. Una prima suddivisione va fatta tra la fermentazione anaerobica e quella aerobica. Nella prima, batteri e lieviti lavorano in assenza di ossigeno, come avviene nel caso della produzione del vino, mentre nell’altra ne hanno bisogno per vivere e così avviare la fermentazione.
Una delle più comuni fermentazioni anaerobiche è la fermentazione lattica, utilizzata nella produzione di yogurt e kefir, crauti, ma anche verdure fermentate (o meglio, verdure lattofermentate!). In questo tipo di fermentazione, come nel caso del latte fermentato in yogurt, lo zucchero viene scisso dai batteri lattici per ricavare energia, e si ha produzione di acido lattico. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la fermentazione lattica non è propria dei prodotti caseari e la maggior parte degli alimenti fermentati sono derivati da fermentazioni lattiche. I batteri che attuano questa fermentazione e che sono in grado di digerire il lattosio e compiere processi di trasformazione utili all’uomo sono detti fermenti lattici ‘vivi’ o attivi, i quali sono anche degli importanti probiotici.
Fermentazione Alcolica
La fermentazione alcolica differisce da quella lattica nei microrganismi e nei processi biochimici, infatti la trasformazione degli zuccheri in questo caso produce alcol etilico e anidride carbonica. È il tipo di fermentazione alla base di bevande alcoliche come birra e vino, ma anche della lievitazione del pane, infatti il processo è svolto da funghi unicellulari detti lieviti, che all’interno del mosto o del malto svolgono inizialmente una respirazione aerobica trasformando gli zuccheri, e successivamente dall’interno della massa, per mancanza di ossigeno, passano alla fermentazione e liberano alcol e anidride carbonica. In realtà sono molti i tipi di fermentazione a liberare, seppur minuscole, quantità d’alcool che dipendono dalla quantità di zuccheri presenti nel prodotto di partenza.
E la Fermentazione Acetica?
Non si tratta propriamente di una fermentazione, quanto di una degradazione: ad esempio riguarda il processo per cui il vino degrada in aceto se sottoposto a determinate situazioni ambientali in cui è favorita la proliferazione dei batteri. Non è dunque tecnicamente una fermentazione, ma un’ossidazione dell’etanolo in acido acetico per opera dei batteri acetici.
Cibi Fermentati: Diverse Varietà da Tutto il Mondo
Abbiamo già esplorato le caratteristiche di alcuni dei più noti prodotti fermentati. I cibi fermentati sono vari, derivati dalle fermentazioni più diverse, con proprietà, sapori e caratteristiche che dipendono dall’alimento di partenza e dai processi chimici innescati durante la trasformazione, nonché dai batteri che la mettono in atto. La cultura dei cibi fermentati nel mondo è estremamente variegata, e rappresenta in molte nazioni, specialmente in Oriente, uno dei pilastri più antichi della tradizione culinaria. Vediamo insieme nel dettaglio quali sono i principali cibi fermentati italiani e non, come prepararli e quali sono le loro caratteristiche.
Bevande Fermentate
In quanto e-shop di vendita online di Kombucha, non possiamo non partire dalle più importanti bevande fermentate, uno dei più antichi e diffusi prodotti fermentati. Tra queste, le più note:
- Birra – Ottenuta dalla fermentazione di mosto a base di malto d’orzo
- Vino – Ottenuto dalla fermentazione di mosto d’uva
- Sakè – Ottenuto dalla fermentazione del riso tramite spore koji
- Kombucha – Ottenuto dalla fermentazione del tè
- Kefir e Latte Fermentato – Ottenuti dalla fermentazione del latte
- Kvass – Ottenuto dalla fermentazione di vegetali, cereali o pane
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Le fermentazioni di queste bevande sono diverse, ed avvengono sia in maniera controllata con aggiunta di una ‘madre’, che naturalmente, a partire dai batteri preesistenti del prodotto di partenza. Il kombucha, il tè fermentato frizzante, viene ad esempio prodotto a partire da una base di tè, generalmente nero, a cui viene aggiunto zucchero, ed una coltura di batteri e microrganismi, lo SCOBY, che avvia la fermentazione (se vuoi scoprire di più sul mondo della Kombucha leggi il nostro articolo su tutti i segreti dell’elisir di lunga vita). Il kefir, invece, si ottiene a partire da fermenti o granuli di kefir, che se fatti adattare attraverso molteplici fermentazioni, possono anche fermentare soluzioni molto zuccherate a base di acqua, ottenendo il cosiddetto tibicos o kefir d’acqua a partire da una soluzione molto zuccherata. Per quanto riguarda il sakè, la bevanda alcolica giapponese, la fermentazione coinvolge acqua, riso e spore koji, un fungo filamentoso. È conosciuto anche come vino di riso ed è prodotto a partire da ricette antichissime che sono state migliorate e modificate nei secoli fino a raggiungere qualità altissime.
Se ti interessa questa argomento abbiamo scritto un intero articolo sulle bevande fermentate che ti invitiamo a leggere.
Verdure Fermentate
Le verdure fermentate sono tra i cibi fermentati più noti e consumati in tutto il mondo, poiché facili da realizzare in casa ed in grado di apportare alti valori di vitamine e nutrienti, specialmente vitamine del gruppo A e B. Tra le verdure fermentate dai benefici importanti troviamo:
- Crauti – Fermentazione del cavolo cappuccio dalla sua stessa flora batterica
- Peperoni Fermentati – Fermentazione a partire dalla microflora naturale della verdura
- Olive Fermentate – Fermentazione con aggiunta di una coltura starter
- Cetrioli fermentati – Fermentazione a partire dalla microflora naturale della verdura
- Cipolle Fermentate – Fermentazione a partire dalla microflora naturale della verdura
In generale, le verdure lattofermentate, vengono preparate con una salamoia, sfruttando i batteri naturalmente reperibili nelle verdure stesse. Qual è dunque la migliore ricetta per verdure fermentate? Scopriamola insieme!
Come preparare le verdure fermentate?
Per preparare le verdure lattofermentate in casa non è necessario partire da una ‘madre’, ma si utilizzeranno i batteri o lieviti che si trovano naturalmente nella microflora delle verdure. Per questo è necessario partire da un prodotto biologico, che non sia stato trattato con sostanze che possano aver ammazzato i batteri utili ad attivare la fermentazione. Qual è la ricetta delle verdure fermentate, dunque? Possono essere fermentate verdure di tutti i tipi, carote, peperoni, peperoncini, cipolle e persino l’aglio. Le verdure vanno tagliate a listarelle e messe in barattoli di vetro, con gli aromi desiderati. In una pentola si prepara una salamoia con 30 grammi di sale per ogni litro d’acqua, che poi sarà portata ad ebollizione, fatta raffreddare ed usata per coprire le verdure nei barattoli. Dopo dieci giorni il processo di fermentazione delle verdure sarà completato e gli zuccheri saranno trasformati. Se si preparano verdure fermentate in casa è necessario stare attenti alla formazione di botulino: per evitarlo basterà agitare il barattolo e farlo sfiatare durante i primi giorni di fermentazione. In alcuni casi per accelerare i processi di trasformazione si possono preparare verdure fermentate con kefir o yogurt, che diano un apporto ulteriore di microrganismi. Ricordiamo che non essendo sottovuoto, le verdure fermentate non presentano rischi. Preparare verdure fermentate in barattolo fai da te è estremamente facile!
Prodotti Caseari Fermentati
I prodotti caseari sono tra i più diffusi e noti cibi fermentati, essendo la fermentazione un processo che scinde le molecole di lattosio e rende i prodotti finali molto più digeribili, ma comunque tra gli alimenti fermentati contenenti più microrganismi vivi e vitali per il nostro microbiota. Tra questi troviamo:
- Latte Fermentato
- Kefir
- Yogurt
- Formaggio
- Clabber
- Crème Fraîche
Lo yogurt è forse il cibo fermentato per eccellenza, realizzato generalmente dalla fermentazione di latte di mucca o capra, viene trasformato senza l’aggiunta di zuccheri e può essere fermentato sia naturalmente che con l’aggiunta di colonie batteriche. In alcuni paesi asiatici è d’uso consumare anche del semplice latte fermentato (ricordiamo che c’è una differenza tra yogurt e latte fermentato!): in Nepal comunemente si lascia fermentare il latte per 24 ore, senza aggiunta di alcuna componente, lasciando che i microrganismi già presenti al suo interno svolgano il loro lavoro. Il Clabber, ad esempio, è invece un tipo di latte acido prodotto da latte non pastorizzato tipico del sud degli Stati Uniti, che viene lasciato fermentare autonomamente a specifiche temperature e livelli di umidità, e mangiato con zucchero di canna e cannella, oppure melassa.
Pesce Fermentato e Prodotti Carnei Fermentati
I prodotti di pesce si prestano molto bene alla fermentazione, che spesso veniva eseguita per facilitare la conservazione del prodotto. È il caso del Surströmming svedese, l’aringa del Baltico fermentata in una salamoia molto leggera che viene normalmente mangiato all’interno di sandwich accompagnati da burro e verdure. Il sale è un elemento chiave nella produzione di pesce fermentato. Tra i più noti prodotti di pesce fermentato troviamo:
- Surströmming – Aringa acida svedese
- Hakàrl – Squalo putrefatto fermentato
- Salse di Pesce fermentate – Come il Garum degli antichi romani, lasciato fermentare al sole, da cui si isolava la colatura
- Funazushi – Pesce carassio giapponese lasciato sotto sale per anni
- Nam Pla – Salsa di pesce tailandese
- Gravlax – Salmone scandinavo leggermente salato
Prodotti fermentati della Soia
I fermentati a base di soia sono molto comuni nella cucina asiatica, specialmente in quella Giapponese dove la soia è uno degli ingredienti chiave, utilizzata in moltissime preparazioni. Tra i più importanti prodotti fermentati alla soia troviamo:
- Tempeh
- Natto
- Miso
- Tamari
Il tempeh è chiamato anche ‘carne di soia’ e spesso si sostituisce al tofu o al seitan. È originario del Sud-Est asiatico e viene preparato ammorbidendo i semi di soia che vengono poi fermentati con aceto ed un fungo, il Rhizopus Oligosporus. È ricco di vitamine e molto digeribile ma dal gusto intenso e particolare, viene utilizzato in molte ricette da solo, o per insaporire altri elementi come il riso.
Il Natto è un prodotto molto tradizionale prodotto dalla fermentazione dei fagioli di soia, consumato in abbinamento a salsa di soia e riso, le verdure, il sushi, e spesso viene anche mangiato a colazione. Ha un sapore molto intenso e complesso, ed è ricco di proteine e vitamine.
Il Miso è uno dei condimenti più famosi in Giappone, una crema di salsa di soia fermentata dal fungo koji. Ha l’aspetto di una pasta dal colore leggermente scuro, ed il sapore dipende dalla preparazione. Viene usato un po’ dappertutto, ma in particolare per insaporire le zuppe.
Il Tamari è una salsa di soia giapponese, fermentata e salata, utilizzata come condimento per piatti di verdure, riso, dalle importanti proprietà digestive e antiossidanti. È una varietà meno salata di Shoyu, e non contiene frumento: è adatta quindi anche ai celiaci.
Cibi Fermentati Giapponesi
Come abbiamo potuto notare, la tradizione di cibi fermentati in Giappone è molto importante, tanto che molti dei cibi fermentati più conosciuti e amati hanno proprio origine, o hanno visto la loro diffusione e produzione più estesa, proprio in Giappone, dove la conoscenza storica, l’innovazione e la ricerca scientifica in campo di fermentazione hanno permesso di raggiungere livelli di qualità elevati. Oltre ai classici prodotti derivati dalla soia quali miso, tempeh, prodotti di pesce fermentato, ed il sakè, che ha dietro una grande storia di ricerca e produzione per raggiungere un sapore specifico, è comune trovare nei mercati giapponesi bento box con verdure fermentate di qualunque tipo, in particolare daikon e takuan. Tra gli altri prodotti fermentati giapponesi troviamo anche le umeboshi, le piccole prugne salate e costosissime dalle molteplici proprietà benefiche e l’amasake, un dolcificante ottenuto dalla fermentazione del riso tramite il koji.
Cibi Fermentati Coreani
I cibi fermentati coreani stanno diventando sempre più diffusi per la grande varietà di sapori e gli ingredienti sani impiegati, ed è proprio dalla Corea che proviene uno dei più famosi cibi fermentati al mondo, il Kimchi. Il Kimchi è la variante coreana dei crauti, un piatto di verdure fermentate con spezie, specialmente peperoncino, a base di cavolo napa, ravanelli coreani e differenti tipi di radici coreane. Viene impiegato in diversi piatti oppure come contorno, e per accompagnare il riso. Un altro prodotto fermentato coreano è la doenjang, una pasta di fagioli di soia fermentati che costituisce uno degli elementi cardine della cucina coreana, una salsa tradizionale contenente vitamina C, B, flavonoidi e lisina. Viene consumata con le verdure o come intingolo, stemperata con olio di sesamo, aglio e pasta di peperoncino.
Cibi Fermentati per Vegani
La maggior parte dei cibi fermentati asiatici sono estremamente adatti ai vegani: tutti i fermentati a base di soia, tempeh, miso, ma anche kefir d’acqua, umeboshi ed il pane realizzato con pasta madre. Anche il kombucha non contiene derivati animali, ed è molto adatto per i vegani! (Se hai altri dubbi in merito al kombucha, consulta la nostra FAQ). I vegani beneficiano immensamente dei prodotti fermentati, dato che spesso la dieta vegana sfocia in carenze di vitamina B12, che come ben sappiamo, è apportata in gran quantità dai fermentati.
Controindicazioni
Molti si chiedono se ci siano particolari effetti collaterali nel consumo di cibi fermentati. È bene tener presenti tutte le componenti che vengono a crearsi durante i processi di fermentazione, come ad esempio alcool e zuccheri, in modo da poter evitare possibili effetti a livello gastrointestinale o di patologie preesistenti. Al contrario, però, molti cibi fermentati ovviano alle intolleranze al prodotto di partenza: ad esempio, prodotti di latte fermentato possono essere spesso consumati da coloro che hanno intolleranza al lattosio.
Una componente che potrebbe invece dare effetti collaterali è la nota acetica molto importante, che potrebbe risultare in problematiche per coloro che soffrono di disturbi di acidità. I cibi fermentati fanno bene, come abbiamo visto nell’elencarne le numerose proprietà benefiche, aiutano la flora intestinale e la digestione, ma è sempre bene ricordare che il loro consumo deve avvenire con attenzione al proprio organismo e alle sue necessità.
Cibi Fermentati in Vendita
Al giorno d’oggi è sempre molto più diffusa la preparazione in casa di cibi fermentati: la cultura della fermentazione sta prendendo piede anche nel nostro Paese, dove sono in molti a cimentarsi in processi fai da te di fermentazione. Diventa anche possibile trovare molti più prodotti fermentati, che esulano dal classico yogurt, anche nei supermercati più comuni, oltre che negli shop online specializzati. Dal nostro canto, noi di Fervere offriamo in vendita online il nostro Kombucha artigianale, preparato con cura e attenzione a partire da tè della migliore qualità, ma teniamo anche a diffondere la cultura della fermentazione, ed è per questo che troverete nel nostro e-shop di bevande fermentate anche dei kit, per sperimentare a casa la preparazione del kombucha in totale autonomia.
- 🌹SALUTE AL PRIMO POSTO: il Kombucha è noto per migliorare la salute digestiva, rafforzare il sistema immunitario e fornire energia naturale grazie alle sue proprietà probiotiche. Con il nostro kit, puoi preparare Kombucha fresco e sano in modo controllato.
DANIELA CUNSOLO
Pubblicato il 09:57h, 15 MaggioLa fermentazione degli alimenti annulla il contenuto di acido ossalico in essi contenuto oppure lo amplifica?
Grazie
Alessandra covach
Pubblicato il 12:50h, 30 OttobreSe il riso integrale inizia a fermentare, cosa posso fare?